Venezia – chiesa di S. Giorgio Maggiore: l’Ultima Cena di Jacopo Tintoretto

Per la S. Pasqua di quest’anno andiamo ad ammirare un capolavoro di Jacopo Tintoretto e precisamente una “Ultima Cena” presente nella chiesa di S. Giorgio Maggiore a Venezia. E’ un’opera alla quale Tintoretto aveva finito di lavorare proprio nel 1594, l’anno stesso della sua morte. La grande tela presenta alcune importanti innovazione. In primo luogo l’ambientazione, all’interno di una specie di osteria popolare e poilacomposizione con la mensa disposta trasversalmente, scorciata dalla prospettiva e non parallela al piano del dipinto come nell’Ultima Cena di Leonardo. E’ la luce però la protagonista principale e assoluta. Essa proviene, per la maggior parte, da una lampada a olio appesa al soffitto. I bagliori delle due fiamme percorrono irregolarmente tutto l’ambiente, ora fermandosi sulle travi del solaio, ora sul bianco corpetto della serva che sta cercando delle stoviglie in una cesta. In questa rappresentazione vi è un realismo sincero e profondo, un’atmosfera che ciascuno poteva ritrovare in una taverna veneziana del tempo. Ma a questa luce, naturale e rossastra, si sovrappone quella, quasi fluorescente, emanata dagli Apostoli. Intorno a Gesù poi il chiarore si fa più intenso. Non si tratta di una semplice aureola, quanto piuttosto di una fonte luminosa autonoma e fortissima che, contrastando enormemente con la penombra circostante, conferisce al personaggio un rilievo di sicura soprannaturalità.
Art. tratto da “Il Cricco di Teodoro – itinerario nell’arte (Vol. 3) Zanichelli Edit.