Venezia: Basilica del Santissimo Redentore

Nel mese di marzo, a causa di un tristemente virus che ci costringere a non muoverci di casa, dedichiamo questa sezione proprio a un’opera d’arte dedicata per ringraziare il Signore per la fine della pestilenza a Venezia. La chiesa votiva del Santissimo Redentore, più nota semplicemente come il Redentore, è un importante edificio religioso di progettato dall’architetto nel 1577 sull’isola della Giudecca. All’interno sono esposte opere di Domenico Tintoretto, Paolo Veronese, Palma il Giovane, Alvise Vivarini, Pietro della Vecchia. È tradizionalmente il fulcro della grande Festa del Redentore, celebrata la terza domenica di luglio a memoria del pericolo scampato di una pestilenza che colpì la città nel 1575. Il duomo dei santi Pietro e Paolo di Villafranca di Verona è una copia pressoché identica della chiesa del Redentore. Nell’estate del 1575 scoppia a Venezia una terribile epidemia di peste che in due anni provocherà 50.000 morti, quasi un veneziano su tre. Nel settembre del 1576, quando il male sembra invincibile dagli sforzi umani, il Senato chiede l’aiuto divino facendo voto di realizzare una nuova chiesa intitolata al Redentore. Scegliendo rapidamente fra diverse opzioni circa forma, localizzazione e progettista cui affidare la costruzione, nel maggio del 1577 si pone la prima pietra del progetto di Andrea Palladio (che dal 1570 era il Proto della Serenissima architetto capo della Repubblica di Venezia). Il 20 luglio successivo si festeggia la fine della peste con una processione che raggiunge la chiesa attraverso un ponte di barche, dando inizio a una tradizione che dura ancora oggi.
Tratto da http://wikipedia.it