Sebastiano del Piombo: Pietà – Viterbo, Museo Civico

Con il mese di settembre torniamo a pubblicare un nuovo itinerario d’arte. Si tratta della Pietà di Sebastiano del Piombo (olio su tela del 1516 – 1517) conservato nel museo civico di Viterbo.
In un paesaggio notturno, che Vasari attribuì completamente a fra’ Sebastiano, si trovano le due figure monumentali e isolate di Maria e Gesù morto, disteso ai suoi piedi. L’impostazione patetica della Vergine, che stringe i pugni e guarda verso il cielo, l’attenzione alle volumetrie e all’anatomia rimandano invece alla lezione di Michelangelo.
Il bellissimo corpo di Cristo in particolare, risaltato dal contrasto con il sudario bianco, spicca come nodo della composizione, alla base della piramide che ha il vertice nella testa di Maria, molto mascolina. Pienamente compiuta appare la sintesi tra l’espressività delle figure umane ispirata da Michelangelo all’uso del colore e del paesaggio tipicamente veneti. La pala commissionata dal prelato viterbese Giovanni Botonti, rappresenta, secondo la descrizione fornitaci dal vasari, “Un Cristo morto con una Nostra Donna che lo piagne”. La composizione piramidale del dipinto e la forte preponderanza del disegno, del resto, rimandano senza dubbio a un’ispirazione michelangiolesca. Sebastiano però non si limita a colorare una tavola già disegnata, come sembrerebbe insinuare il passo del Vasari, ma – al contrario -vi infonde in modo originalissimo, tramite la propria sensibilità cromatica, un profondo e drammatico senso di religiosità. Nonostante il paesaggio lunare, con fini accordi cromatici, le figure principali sono illuminate frontalmente in maniera tradizionale. L’ambientazione notturna, così rara e cruciale per i futuri sviluppi dell’arte italiana, era dettata da necessità legate a una corretta lettura del testo biblico, e ad esigenze narrative, per isolare il corpo morto di Cristo dalla sfondo e amplificarne il dramma. Traspare nel dipinto, certamente il capolavoro di Sebastiano, spoglio, severo e quasi arcaico. Sul corpo di Cristo, statuario nella sua cupa immobilità, la luce scivola sottolineandone con forza il rilievo anatomico. Il bianco candore del sudario e del perizoma isolano ulteriormente il personaggio, alludendo con ciò anche al mistero e alla solitudine della morte. Contrariamente alla ricca tradizione iconografica che a partire dal Medioevo ci aveva abituati a vedere il cadavere di Gesù sempre amorosamente sorretto, qui il senso del distacco appare palpabile e assoluto.
Tratto da: http://wikipedia.org