In questo nostro itinerario artistico di giugno raggiungeremo la medioevale Volterra per ammirare un dipinto molto particolare, poiché pur essendo un manifesto del manierismo di 500 anni fa, è un pezzo di “cubismo” in anticipo di secoli. La Deposizione dalla croce è infatti un dipinto a olio su tavola di Rosso Fiorentino firmato e datato 1521, e conservato nella Pinacoteca di Volterra. La firma si trova su un’iscrizione sul piede della scala in basso.
L’opera fu dipinta su commissione della Compagnia Volterrana per la Cappella della Croce di Giorno.
La Deposizione del Rosso divenne l’opera più celebre della Pinacoteca civica di Volterra fin dal suo primo allestimento nel Palazzo dei Priori nel 1905: Gabriele D’Annunzio la rese celebre nel suo Forse che si, forse che no tanto da diventare agli occhi di turisti italiani e stranieri uno dei motivi per visitare la città.
L’opera fu senza dubbio il maggiore riferimento iconografico di Pier paolo Pasolini in una scena del film La Ricotta del 1963, insieme ad altre tavole come la Deposizione del Pontorno. La pala mostra un momento fino ad allora rappresentato raramente, ovvero la discesa del corpo di Gesù dalla croce subito dopo lo stacco, ispirandosi al racconto di Matteo (27, 45; 57), in cui la terra viene avvolta da una fitta oscurità. La scena è infatti ambientata al crepuscolo, con un delicato trapasso delle luci serali dalla linea dell’orizzonte alla parte alta del dipinto. Mai rappresentato prima e non descritto dai vangeli è il fatto del corpo di Cristo che sembra essere sul punto di scivolare dalle mani dei suoi soccorritori, che si affannano concitatamente per evitarne la caduta. L’esplosione emotiva di questo episodio è combinata, nella parte inferiore, con una forte spiritualità scaturita dalla ricca gamma di pose ed espressioni degli astanti, tra i quali spiccano la Madonna ferita dal dolore, la Maddalena inginocchiata e protesa verso di essa, san Giovanni piegato dal dolore. La disposizione asimmetrica delle scale genera un moto violento, accentuato dall’incertezza degli appoggi degli uomini che calano il corpo di Cristo.
Il Rosso ottiene il dramma per la volumetria angolosa che sfaccetta le figure (si veda la Maddalena e la sua veste, la figura più in alto di Nicodemo, ecc.), per il movimento convulso di alcuni personaggi, per i colori intensi prevalentemente rosseggianti stagliati sulla distesa uniforme del cielo, con la luce che incide da destra con forza, creando aspri urti chiaroscurali. La particolare stesura, con una sottile patina degli impasti, rende qua e là visibili l’imprimitura e gli strati sottostanti, rivelando talvolta curiose annotazioni autografe, come le scritte relative ai colori da impiegare, poi cambiate bruscamente in corso d’opera sulla spalla destra della donna in primo piano, che poi è invece colorata di un rosa salmone, o “azzurro” nel panno del depositore più basso (che invece è giallo) o nello chignon della Maddalena.
Le deformazioni dei corpi e dei volti giungono all’estrema esasperazione: il vecchio affacciato dall’alto sulla croce, Nicodemo, ha il viso contratto come una maschera. I depositori formano una sorta di circolo, complessamente articolato sui piani in tre dimensioni delle scale, che asseconda la forma centinata della pala, anche tramite il mantello di Nicodemo.
Sullo sfondo, al bordo dell’intenso blu, si intravedono, piccolissimi, alcuni armigeri, simbolo della perfidia e malvagità umana che ha condotto Cristo sulla croce.
Tratto da: www.wikipedia.org