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Archivio per categoria: Percorsi d’arte

Firenze: Galleria palatina di Palazzo Pitti. Il martirio di Sant’Andrea di Carlo Dolci

30 Novembre 2021/in Percorsi d'arte /da artetrad

Il 30 del mese di novembre è dedicato a Sant’Andrea, motivo per il quale dedichiamo questa recensione a un dipinto in sua memoria, conservato nella galleria palatina di Palazzo Pitti a Firenze e datato 1646. La scena, ispirata alla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, illustra il momento immediatamente precedente alla crocifissione, allorché il Santo viene denudato delle vesti mentre gli aguzzini sistemano i pali di legno cui sarà appeso. La concitata, affollatissima azione viene tradotta da Dolci in brani di emozionata verità, che leggiamo tanto nelle espressioni del santo, dei carnefici e dei rimanenti astanti – molti dei quali sono veri e propri ritratti – quanto nella resa pittorica lenticolare e minuta, attenta a particolari quali l’abbigliamento curatissimo dei protagonisti e la qualità materica del tronco. Sullo sfondo, nel coro di comparse che assistono all’evento, si distinguono due figure, inquadrate dentro l’arco definito dalle gambe del giovane col cappello in primo piano. Una di queste, con il copricapo rosso, trascrive fedelmente l’Uomo con pelliccia e berretto di Tiziano.

Una iscrizione in basso a destra indica, oltre al nome del pittore, la data 1646. 

Tratto da: www.uffizi.it

http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2021-11-30 17:13:172021-12-21 13:27:47Firenze: Galleria palatina di Palazzo Pitti. Il martirio di Sant’Andrea di Carlo Dolci

Bologna. Pinacoteca nazionale: La strage degli innocenti di Guido Reni

7 Ottobre 2021/in Percorsi d'arte /da artetrad

Ottobre ci porta a visitare la Pinacoteca Nazionale di Bologna per ammirare un dipinto di Guido Reni del 1615, originariamente destinato alla cappella Berò della chiesa di San Domenico. Dopo esser stato trasferito al Louvre a seguito delle spoliazioni napoleoniche, fu restituito e portato dove tuttora si trova.

Il dipinto si basa sull’episodio della strage degli innocenti, narrato nel Vangelo di Matteo; la costruzione concitata mostra più eventi racchiusi in uno spazio limitato, accrescendo quindi uno stato di confusione e agitazione.

Due soldati uccisori, uno ritratto di spalle mentre si getta su una donna urlante e uno chinato verso le madri con i loro figli, tengono stretti nella destra dei pugnali con i quali sono in procinto di massacrare i corpi dei fanciulli. Le madri reagiscono in maniera differente alla minaccia: la prima donna in alto a sinistra ha il volto sfigurato in urlo a causa della violenza subita dal soldato che le strappa i capelli e tenta la fuga, un’altra scappa verso destra abbracciando il figlio e una nell’angolo in basso a sinistra lo sostiene sulle spalle; una madre tenta di ostacolare il soldato opponendogli la mano sinistra, mentre la donna in ginocchio prega sui corpi dei bambini uccisi con la faccia rivolta verso il cielo.

L’artista ha voluto caratterizzare esclusivamente i volti delle madri e dei bambini, in maniera tale da sottolineare il sentimento doloroso e da escludere gli assassini dal contesto emotivo della scena. Inoltre, Reni serba per i carnefici l’ombra sui volti e la luce sulle braccia e sulle mani, nel tentativo di sottolineare la brutalità della scena e la freddezza degli esecutori. Il punto di fuga, situato in prossimità della mano del carnefice di sinistra vuole ricondurre alla violenza il motore dell’episodio sanguinario.

Il dipinto presenta, nonostante le dimensioni della tela (268x170cm), una chiara geometria compositiva: oltre alla particolare posizione del punto di fuga, due triangoli opposti possono descrivere la collocazione e le inclinazioni delle varie figure.

La statuaria conformazione dei corpi e l’utilizzo della tecnica del drappeggio per gli abiti e i mantelli dei personaggi, assieme alla rappresentazione di volti distrutti dal dolore ma perfettamente composti e anatomicamente impeccabili, rende difficile all’osservatore cogliere la reale drammaticità della scena.

Da http:/www.it.wikipedia.org

http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2021-10-07 21:28:522021-12-21 13:27:56Bologna. Pinacoteca nazionale: La strage degli innocenti di Guido Reni

Pieve di Cento (BO): Collegiata di Santa Maria Maggiore – L’annunciazione del Guercino

19 Agosto 2021/in Percorsi d'arte /da artetrad

Questo mese la meta del nostro itinerario artistico è L’Emilia Romagna tra Ferrara e Bologna è precisamente Pieve di Cento. Andremo ad ammirare un dipinto di Giovanni Francesco Barbieri (detto il Guercino) ritenuto uno degli artisti più rappresentativi della fase matura del barocco. Si tratta dell’Annunciazione, un dipinto olio su tela realizzato nel 1646 sito nella  Collegiata di Santa Maria Maggiore di  Pieve di Cento. La tela e l’altare omonimo furono collocati nella Collegiata in occasione del ventennale del Crocifisso miracoloso. La tela è composta su due livelli, in quello inferiore è raffigurata la Vergine inginocchiata, assorta nella preghiera e nella lettura di libri sacri in un ambiente domestico, alla sua destra un tavolo corredato dalla tovaglia mentre alla sinistra una porta aperta su una città turrita immersa nel verde dei boschi. La giovane indossa un abito rosso segno della passione, ed è completamente avvolta da un manto blu.

La parte superiore, esattamente sopra la Vergine, è raffigurato l’Arcangelo Gabriele in volo, e con il capo girato verso l’alto dove è raffigurato, sopra una grande nuvola, Dio padre. Questa particolarità un poco unica, differente da ogni altra raffigurazione dell’Annunciazione, rende particolarmente importante la tela. L’angelo, anziché dare il Messaggio, deve ancora raccogliere le istruzioni divine su cosa deve annunciare alla donna. I medesimi colori nei tessuti dell’abito della Madonna, il Guercino li riprese dieci anni dopo, nell’Immacolata Concezione del 1656, conservato nella Pinacoteca Civica F. Podesti di Ancona, riprendendo anche le fattezze di Dio posto sopra di Lei.

Tratto da: http://wikipedia.org

http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2021-08-19 21:54:102021-12-21 13:28:04Pieve di Cento (BO): Collegiata di Santa Maria Maggiore – L’annunciazione del Guercino

Pinacoteca di Volterra. La Deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino

21 Giugno 2021/in Percorsi d'arte /da artetrad

In questo nostro itinerario artistico di giugno raggiungeremo la medioevale Volterra per ammirare un dipinto molto particolare, poiché pur essendo un manifesto del manierismo di 500 anni fa, è un pezzo di “cubismo” in anticipo di secoli. La Deposizione dalla croce è infatti un dipinto a olio su tavola di Rosso Fiorentino firmato e datato 1521, e conservato nella Pinacoteca di Volterra. La firma si trova su un’iscrizione sul piede della scala in basso.

L’opera fu dipinta su commissione della Compagnia Volterrana per la Cappella della Croce di Giorno.

La Deposizione del Rosso divenne l’opera più celebre della Pinacoteca civica di Volterra fin dal suo primo allestimento nel Palazzo dei Priori nel 1905: Gabriele D’Annunzio la rese celebre nel suo Forse che si, forse che no tanto da diventare agli occhi di turisti italiani e stranieri uno dei motivi per visitare la città.

L’opera fu senza dubbio il maggiore riferimento iconografico di Pier paolo Pasolini in una scena del film La Ricotta del 1963, insieme ad altre tavole come la Deposizione del Pontorno. La pala mostra un momento fino ad allora rappresentato raramente, ovvero la discesa del corpo di Gesù dalla croce subito dopo lo stacco, ispirandosi al racconto di Matteo (27, 45; 57), in cui la terra viene avvolta da una fitta oscurità. La scena è infatti ambientata al crepuscolo, con un delicato trapasso delle luci serali dalla linea dell’orizzonte alla parte alta del dipinto. Mai rappresentato prima e non descritto dai vangeli è il fatto del corpo di Cristo che sembra essere sul punto di scivolare dalle mani dei suoi soccorritori, che si affannano concitatamente per evitarne la caduta. L’esplosione emotiva di questo episodio è combinata, nella parte inferiore, con una forte spiritualità scaturita dalla ricca gamma di pose ed espressioni degli astanti, tra i quali spiccano la Madonna ferita dal dolore, la Maddalena inginocchiata e protesa verso di essa, san Giovanni piegato dal dolore. La disposizione asimmetrica delle scale genera un moto violento, accentuato dall’incertezza degli appoggi degli uomini che calano il corpo di Cristo.

Il Rosso ottiene il dramma per la volumetria angolosa che sfaccetta le figure (si veda la Maddalena e la sua veste, la figura più in alto di Nicodemo, ecc.), per il movimento convulso di alcuni personaggi, per i colori intensi prevalentemente rosseggianti stagliati sulla distesa uniforme del cielo, con la luce che incide da destra con forza, creando aspri urti chiaroscurali. La particolare stesura, con una sottile patina degli impasti, rende qua e là visibili l’imprimitura e gli strati sottostanti, rivelando talvolta curiose annotazioni autografe, come le scritte relative ai colori da impiegare, poi cambiate bruscamente in corso d’opera sulla spalla destra della donna in primo piano, che poi è invece colorata di un rosa salmone, o “azzurro” nel panno del depositore più basso (che invece è giallo) o nello chignon della Maddalena.

Le deformazioni dei corpi e dei volti giungono all’estrema esasperazione: il vecchio affacciato dall’alto sulla croce, Nicodemo, ha il viso contratto come una maschera. I depositori formano una sorta di circolo, complessamente articolato sui piani in tre dimensioni delle scale, che asseconda la forma centinata della pala, anche tramite il mantello di Nicodemo.

Sullo sfondo, al bordo dell’intenso blu, si intravedono, piccolissimi, alcuni armigeri, simbolo della perfidia e malvagità umana che ha condotto Cristo sulla croce.

Tratto da: www.wikipedia.org

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Firenze, Gallerie degli Uffizi: L’Annunciazione di Paolo Veronese.

22 Marzo 2021/in Percorsi d'arte /da artetrad

Il 25 di marzo è il giorno dell’Annunciazione, proponiamo, pertanto, per questo mese, un dipinto a olio su tela di Paolo Veronese, databile al 1570-1575 circa e conservato negli Uffizi di Firenze.

L’opera fu venduta a Leopoldo de’ Medici da Paolo del Sera, agente e intermediario per il cardinale a Venezia: fu acquistata nel 1654, assieme al Martirio di santa Giustina, e portata a Firenze.

La scena si svolge in un’architettura palladiana, con una fuga di colonne al centro verso il punto di fuga di un arco che inquadra un giardino (l’hortus conclusus). Particolarmente monumentale appare il contrasto tra gli elementi verticali dell’architettura e il formato orizzontale del dipinto, che creano una scansione notevolmente solenne e d’effetto, anche grazie al senso di profondità accentuato dalla successione dei piani di luci e ombre. Idealmente il dipinto si divide in tre parti, la prima dove si trova l’angelo, la seconda dell’architettura, e la terza dove Maria si volta dalla lettura sull’inginocchiatoio in maniera teatrale, incrociando le braccia al petto in segno di umiltà. Il raccordo tra le tre parti è affidato a una nube luminosa di cherubini, al centro della quale fa la sua comparsa la colomba dello Spirito Santo in discesa.

L’angelo ha le vesti rigonfie dal volo appena terminato, capaci di creare leganti riflessi cangianti nella stoffa, ed è in bilico in una posa asimmetrica, svolta in profondità, mentre solleva il dito destro per indicare il cielo, mentre col braccio sinistro tiene al petto il giglio candido.

Tratto da: http://wikipedia.org

http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2021-03-22 15:56:072021-12-21 13:28:18Firenze, Gallerie degli Uffizi: L’Annunciazione di Paolo Veronese.

Jacopo Robusti (Tintoretto). Venezia: Chiesa di San Trovaso – Adorazione dei magi

24 Gennaio 2021/in Percorsi d'arte /da artetrad

Tintoretto a Venezia è presente in molte chiese, alcune centralissime, altre periferiche ne defilate rispetto ai circuiti turistici. L’opera che vogliamo proporre in questo mese di gennaio dell’anno nuovo si trova in una chiesa situata lungo uno percorsi più battuti dal turista diretto alle zattere e vicinissima ad uno degli ultimi e più fotografati squeri veneziani: la chiesa di San Trovaso. Spesso tale luogo di culto è chiuso al pubblico ma in questo periodo di pandemia, è stato deciso di aprirla per più tempo. Vale quindi la pena di ammirare tale opera del 1585 -90 che si trova nel presbiterio a destra dal 1857, è insieme ad altre tre opere di Tintoretto e precisamente La cacciata di San Gioacchino dal tempio, Le tentazioni di San Antonio e L’ultima cena. Proviene dal tempio della soppressa chiesa di Santa Maria Maggiore. ed era considerata opera tarda di Jacopo Tintoretto ma la critica recente la attribuisce a Domenico Tintoretto.

http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2021-01-24 18:48:542021-12-21 13:28:25Jacopo Robusti (Tintoretto). Venezia: Chiesa di San Trovaso – Adorazione dei magi

Lorenzo Lotto in mostra alle Gallerie dell’Accademia di Venezia

23 Ottobre 2020/in Percorsi d'arte /da artetrad

Nel mese di ottobre cogliamo l’opportunità di ammirare un’opera prestata dal Kunsthistorisches Museum di Vienna nell’ambito dell’iniziativa chiamata “Un capolavoro per Venezia” promosso dalle Gallerie dell’Accademia per recuperare le relazioni internazionale dopo la calamità dell’acqua alta del 12 novembre 2019 e dalla pandemia e che periodicamente vedrà esposte, all’interno del museo, opere del Rinascimento veneto provenienti dalle principali istituzioni museali internazionali.

Ritorna quindi a Venezia la Sacra Conversazione con i santi Caterina e Tommaso, capolavoro realizzato tra il 1526 e il 1528 da Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1556/57) e fino al 17 gennaio 2021 esposto alle Gallerie dell’Accademia. Il motivo messo in scena è quello della Madonna con il Bambino affiancata da una riunione di santi, e l’esecuzione tradisce la scuola del Bellini nell’allentamento della struttura e dell’ordine gerarchico; il colorismo, raffinato e calibrato, è di stampo veneziano, così come il bucolico paesaggio di sfondo. A differenza dei modelli però Lotto riesce a rendere la posa naturale, dinamica ed espressiva, servendosi di un perfetto equilibrio tra gesti, colori e luce. Il movimento parte dalla figura dell’angelo e si chiude con le spalle del santo ma a prevalere cromaticamente e fisicamente è la figura di Maria la cui veste, dipinta con un pregiato blu lapislazzulo, contribuisce a enfatizzare la solennità del personaggio (e la ricchezza dei committenti).

http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2020-10-23 20:31:362021-12-21 13:28:31Lorenzo Lotto in mostra alle Gallerie dell’Accademia di Venezia

Lorenzo Lotto: Compianto sul Cristo morto a Recanati (Macerata)

26 Giugno 2020/in Percorsi d'arte /da artetrad
Lorenzo Lotto: Compianto sul Cristo morto. Recanati

A giugno possiamo finalmente tornare a viaggiare tra una regione e l’altra. Dedichiamo pertanto questo mese a un’opera che si trova nelle Marche e precisamente a Recanati (Macerata) presso il Museo Civico Villa Colloredo-Mes. Si tratta di una magnifica tavola intitolata “Compianto sul Cristo morto” di Lorenzo Lotto del 1508 dal Polittico di San Domenico. Al centro della scena giganteggia, nel suo biancore quasi spettrale, il massiccio cadavere di Gesù, appoggiato sul bordo laterale del sepolcro scoperchiato. La figura riempie la metà centrale dell’intero dipinto, mentre gli altri personaggi sono equilibratamente collocati asi suoi fianchi. A sinistra un angelo dallo sguardo sgomento lo sorregge avvinghiandosi con forza al suo braccio destro, quasi più per esserne consolato che per contribuire alla sepoltura. Nel contempo, giuseppe d’Arimatea, rappresentato come un vecchio calvo dai lunghi baffi spioventi, sostiene a sua volta il Crsto sotto l’ascella sinistra e dietro la nuca, quasi accarezzandolo, affinché la testa senza vita non caschi all’indietro. All’estrema destra concludono la narrazione una giovane Maddalena, in atto di baciare con tenerezza assorta la mano sinistra del Salvatore e, sullo sfondo, una misteriosa Maria ammantata. L’atmosfera che ne deriva, dolorosa ma non cupa, è comunque pervasa da una luce morbida e diffusa, sicura conseguenza della frequentazione giorgionesca.

http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2020-06-26 15:48:172021-12-21 13:28:37Lorenzo Lotto: Compianto sul Cristo morto a Recanati (Macerata)

Milano – Pinacoteca di Brera: Giovanni Battista Piazzetta: San Filippo Neri in preghiera.

19 Maggio 2020/in Percorsi d'arte /da artetrad

Il giorno 26 del mese di maggio è dedicato alla figura di San Filippo Neri. Allo scopo pubblichiamo una recensione dell’opera di Giovanni Battista Piazzetta raffigurante il Santo in preghiera e che possiamo ammirare alla Pinacoteca di Brera di Milano.

Fiorentino d’origine, si trasferì, ancora molto giovane, a Roma dove decise di dedicarsi alla propria missione evangelica in una città corrotta e pericolosa, tanto da ricevere l’appellativo di «secondo apostolo di Roma». Radunò attorno a sé un gruppo di ragazzi di strada avvicinandoli alle celebrazioni liturgiche e facendoli divertire, cantando e giocando senza distinzioni tra maschi e femmine, in quello che sarebbe, in seguito, divenuto lOratorio, ritenuto e proclamato come vera e propria congregazione da papa Gregorio XIII nel 1575.
Per il suo carattere burlone, fu anche chiamato il «santo della gioia» o il «giullare di Dio»

 È un dipinto di piccolo formato che ricorda un altro lavoro del maestro. La sua figura è molto vicina a quella che compare nel dipinto intitolato La Madonna appare a San Filippo Neri, dipinta nel 1725-1727 ed esposta a Venezia. Forse il dipinto conservato presso la Pinacoteca di Brera è uno studio preparatorio. Potrebbe invece trattarsi di una “testa di carattere” o “testa di fantasia” una tipologia di dipinti ideata dai fratelli Carracci e ripresa con successo nella pittura del Settecento da artisti come Canuti, Burrini e Creti. Giovanni Battista Piazzetta produsse infatti una notevole quantità di tali piccoli lavori. Il dipinto è molto scuro e i colori caldi e poco saturi. Il chiaroscuro è potente e i forti contrasti creano un’atmosfera drammatica e mistica. La figura di San Filippo Neri in preghiera infatti si staglia netta contro il fondo buio che mette in evidenza il profilo aquilino e smunto dell’anziano. La luce proviene da sinistra e mette in secondo piano le mani che sono parzialmente in ombra. Il Santo è in primissimo piano e non si coglie alcun accenno ambientale che possa costruire uno spazio percepibile. Il dipinto ha un formato verticale che permette la raffigurazione completa del busto del Santo. In alto è presente un’ampia zona di sfondo nero che contribuisce a caratterizzare drammaticamente la scena e incombe sulla figura in basso. La struttura dell’immagine è semplice ma efficace. La figura è infatti articolata sulle diagonali del dipinto che si incontrano al centro del profilo del Santo. Il busto, il collo e la testa sono poggiati sulla diagonale che sale da destra. Le mani e il profilo invece sono allineati sulla diagonale che sale da sinistra.

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Tratto da: http://wikipedia.it  e  https://www.analisidellopera.it

http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2020-05-19 15:13:532021-12-21 13:28:52Milano – Pinacoteca di Brera: Giovanni Battista Piazzetta: San Filippo Neri in preghiera.

Alvise Vivarini: Madonna con angeli musicanti

17 Aprile 2020/in Percorsi d'arte /da artetrad
Alvise Vivarini: Madonna con angeli musicanti

Anche nel mese di aprile dobbiamo purtroppo accontentarci di ammirare le opere d’arte in modo virtuale. Rimaniamo pertanto ancora a Venezia, sempre nella Basilica del Redentore, per conoscere un dipinto che non si trova dentro la chiesa ma in sacrestia all’interno di una sontuosa cornice intagliata. Figlio di Antonio e collaboratore dello zio Bartolomeo, alla fine del Quattrocento Alvise comprende la necessità di rinnovare i prodotti di famiglia, adeguandosi, alle più fragranti novità dell’arte. La composizione è impostata secondo le regole della prospettiva classica, con perfetta simmetria fra le due parti e figure racchiuse entro le linee di un immaginario triangolo.Il nitore grafico e le luci ferme, tipici marchi di fabbrica della bottega del Vivarini, si coniugano con una visione monumentale e prospettica, legata al confronto con il concorrente Giovanni Bellini.

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http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png 0 0 artetrad http://artetradizionepresepio.it/wp-content/uploads/2020/03/logo-nostro-no-AIAP.png artetrad2020-04-17 14:53:022020-04-19 14:44:20Alvise Vivarini: Madonna con angeli musicanti
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