Per il mese di maggio, dedicato a Maria, andiamo a Vicenza, nella pinacoteca di palazzo Chiericati ad ammirare un’opera di Tiepolo.
La pala, risalente al 1733, era un tempo collocata sul primo altare a destra della chiesa vicentina dell’Aracoeli, proprio dinnanzi all’Estasi di san Francesco di Giambattista Piazzetta (A 105). Nel 1830 venne trasportata nel coro della chiesa e successivamente venduta a Carlo Clemente Barbieri (1849), che la donò al Museo civico nel 1954.
Giambattista Tiepolo dipinge qui uno dei “misteri” della religiosità cattolica, l’Immacolata concezione, cioè la credenza che la Vergine fosse stata concepita senza peccato originale e che, perciò, non dovesse subire la morte corporale.
La Madonna, secondo l’iconografia tradizionale affermatasi in età controriformista, è qui rappresentata mentre appare in cielo, avvolta in una veste candida e in un ampio manto azzurro. Seguendo il racconto dell’Apocalisse (12, 1), l’artista raffigura la Vergine come una giovane donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo. Il suo sguardo, rivolto in basso verso l’umanità, e il suo atteggiamento fiero e altero esprimono il suo distacco dalla natura umana, indicato anche dai gigli reclinati, quasi appassiti, che alcuni realistici e vivaci angioletti stringono tra le mani.
L’immagine, “che si direbbe scolpita dal pennello nella luce, in un supremo esercizio di virtuosismo pittorico” (Mariuz), segna un’evoluzione nella pittura di Tiepolo: dal realistico chiaroscuro dell’arte di Piazzetta, l’artista vira la propria tavolozza cromatica verso i colori limpidi e lucenti di Sebastiano Ricci. Luminosità e brillantezza del colore, qui testimoniati dai riflessi argentei della veste della Madonna, diverranno il tratto distintivo del linguaggio pittorico del maestro veneziano.
Articolo tratto dal sito: “museicivicicivicenza.it”